Scribble Art

“Tutto dipende dalla nostra capacità di osservare, cosa che non sappiamo fare quasi per niente. Finiamo col rappresentare stereotipi perché non riusciamo a guardare veramente la realtà…” ( dal web).

Da un paio di mesi a questa parte, nella classe I A della Scuola Primaria di Trino, spiccano tavole con originali forme geometriche, dai colori vivaci e dal significato curioso.
La maestra Paola ci spiega.

All’inizio del primo anno di scuola primaria le attività didattiche si sviluppano attraverso immagini e disegni. Gli alunni non padroneggiano ancora le tecniche di scrittura e lettura, conoscono solo qualche simbolo numerico, talvolta poco significativo nella realtà di bambino.
Gli alunni che quest’anno muovono i primi passi nella scuola primaria sono stati particolarmente penalizzati dal lockdown della primavera 2020 e non hanno potuto sperimentare, disegnare, colorare e appropriarsi degli strumenti per affrontare il passaggio.

Fin dai primi momenti è parso chiaro che lo strumento matita era particolarmente estraneo per un buon numero di loro; alla richiesta “Disegnate una casa”, qualcuno rimaneva immobile e i più coraggiosi chiedevano: “Come si disegna?”.
E così per la nuvola o il fiore…

Allora ho preparato alla lavagna modelli da copiare di volta in volta, ma mi sembrava una forzatura. I bambini dovevano prima prendere confidenza con lo strumento – matita, smettere di pensarlo come un ostacolo.
Ma come? Per caso sul web mi sono imbattuta in immagini relative allo Scribble Art: ho provato io, adulta, e l’ho trovato divertente, così ho pensato che anche i bimbi si sarebbero divertiti.

SCRIBBLE ART: scarabocchio artistico. Tornare al momento della vita in cui la produzione grafica è lo scarabocchio, la creatività e la libertà dagli stereotipi.
Perché partire dagli stereotipi, sacrificando e imbrigliando la creatività?

E dopo qualche mese, a forza di “scarabocchiare” stanno diventando veri esperti.

Un paio di settimane fa abbiamo fatto un gioco:” Lo scarabocchio della fortuna”.
Sei colori abbinati alle facce del dado, ad ogni tiro i giocatori devono leggere il numero (rappresentato da pallini) e ricordare il colore abbinato. La sorte fa tutto il resto.

«Ogni bambino e bambina è trasportato dall’energia del gruppo, si supera realizzando cose nuove. L’idea è di aprire uno spazio di libertà, di lasciarsi condurre da una sorta di “improvvisazione” collettiva che autorizza l’incidente e il debordamento. Si tratta di un momento unico mentre insieme si realizza un’opera coinvolgente.» Hervé Tullet (2015), Peinturlures, Les ateliers d’Hervé Tullet, Londra, Phaidon.