LETTERA APERTA ALLE FAMIGLIE

LETTERA APERTA ALLE FAMIGLIE

Cari genitori, cari bambini e ragazzi,

la scuola piemontese è tornata in DAD. Non serve più spiegare cosa significa. L’espressione “didattica a distanza” è ormai nota a tutti.

Questi sono i giorni della famigerata terza ondata. Sono giorni difficili, scanditi dalla diffusione di dati e statistiche che dovrebbero aiutarci a capire come funziona il nemico silenzioso e implacabile che da un anno a questa parte ha cambiato le nostre vite.

I numeri parlano da soli: quelli dei morti, delle varianti e dei nuovi contagi sono i numeri della paura, quelli dei guariti e dei vaccini sono quelli della speranza.

Chiunque lavori nel mondo della scuola ha a che fare con i numeri, quotidianamente: i numeri delle date di nascita, delle valutazioni, dei codici ICF, dei protocolli, dei verbali, delle relazioni e di tutto ciò che, da mera pratica burocratica, nelle mani di un docente, diventa prezioso strumento di costruzione del profilo umano e didattico dell’allievo in vista della pianificazione del miglior percorso educativo possibile, anche in tempi di pandemia.

Li chiamano “dati sensibili”; una contraddizione in termini, un ossimoro. Alla freddezza della parola “dati” si affianca il calore dell’aggettivo “sensibile”. Ecco, noi docenti, istruiti ormai da ore e ore di corsi di formazione sulla privacy, siamo depositari di quei dati sensibili che troppo spesso al di fuori della scuola vengono trattati con leggerezza da chi si improvvisa educatore, mentre noi li custodiamo gelosamente per ricondurli ogni volta ad un volto, ad un modo di sorridere, di parlare, di correre, di imparare. Nelle nostre menti e nei nostri cuori quei dati diventano veramente sensibili, diventano i nostri alunni.

All’I.C. Trino i numeri sono quelli dell’orgoglio e della fierezza. Per chi non fa il nostro mestiere forse non hanno un gran significato, ma per noi, per gli insegnanti di questa scuola, sono motivo di vanto. Sono i numeri che hanno a che fare con i nostri ragazzi; sono i numeri dei tablet distribuiti in comodato d’uso, i numeri di cellulare attraverso i quali veniamo contattati a qualunque ora e a cui siamo felici di rispondere per non far mancare a nessuno, ma proprio a nessuno, il nostro supporto, sono i numeri dei componenti delle classi tenute rigorosamente separate per evitare i contatti non tracciabili e per prevenire il contagio. Quei numeri provano che a tutti i ragazzi e i bambini di Trino è stata data la possibilità di seguire le lezioni in presenza, in sicurezza, distanziati e con la mascherina; provano che anche in DAD, quando si è reso necessario, i ragazzi non hanno perso il legame con la scuola e hanno potuto seguire le lezioni a dispetto di qualunque difficoltà e di qualunque imprevisto.

E poi ci sono i numeri dei Dpcm, delle Note ministeriali, delle Linee guida e di tutti quei provvedimenti statali, regionali, provinciali, comunali che tentano faticosamente e a volte in modo contraddittorio e sconclusionato di garantire al contempo il diritto alla salute ed il diritto allo studio.

La nota ministeriale 662 pervenuta il 12 marzo 2021 chiarisce alcuni dei punti più dibattuti del Dpcm dello scorso 2 marzo 2021 in materia di inclusione scolastica. Essa recita: “… la condizione dell’alunno con bisogni educativi speciali non comporta come automatismo la necessità della didattica in presenza …” e conclude “Resta sempre fermo il costante e proficuo riferimento al DPR 275/1999, all’interno del quale sono disciplinate tutte le soluzioni flessibili, di carattere didattico e organizzativo, che le istituzioni scolastiche possono percorrere nella propria autonomia, sulla base del più ampio principio dell’autonomia scolastica costituzionalmente garantito”. In parole povere, il documento in questione sancisce a livello normativo il principio di buon senso che da anni ispira gli interventi educativi ed organizzativi rivolti agli alunni portatori di bisogni educativi speciali iscritti all’ I.C. Trino. Il principio etico che sta alla base di tali pratiche educative è così radicato tra i docenti di Trino che ha visto l’Istituto in prima fila nell’organizzazione di interventi di supporto agli allievi in difficoltà già in tempi non sospetti, prima della pandemia e durante la prima e la seconda ondata. Tutti i docenti hanno contribuito al buon andamento delle lezioni a distanza e la scuola ha provveduto all’organizzazione delle lezioni in presenza degli allievi BES quando i dati erano confortanti o comunque non così preoccupanti da far temere per la salute non solo del personale scolastico, ma degli stessi ragazzi. In quel periodo di “zona arancione” molte scuole del vercellese avevano visto salire il numero dei contagiati, soprattutto tra i bambini della Scuola dell’Infanzia e della Primaria, e in qualche istituto del capoluogo e dei paesi limitrofi la chiusura si era resa indispensabile per il diffondersi della variante inglese già prima della recente chiusura di tutte le scuole piemontesi. In questo marzo déjà-vu, mentre anche a Trino i positivi stanno aumentando, siamo stati costretti a scegliere per non mettere a repentaglio la salute dei nostri iscritti e abbiamo dato priorità agli alunni con certificazione, ai più bisognosi. Le famiglie dei nostri allievi con bisogni educativi speciali sono state messe nella condizione di esprimere la propria preferenza e la maggior parte di esse ha optato per la didattica a distanza appoggiando l’Istituto nella sua intenzione di mettere al primo posto la salvaguardia della salute di allievi e personale scolastico.

Noi docenti vogliamo considerare questa scelta come un atto di fiducia nella scuola e nella collaborazione tra gli insegnanti e i genitori che ogni giorno ci affidano i loro figli.

Nessuno di loro per noi sarà mai solo un numero da eliminare.